| Ivan | 18 | Monza |“If You Are My Sky, I Will Be Your Star.”Eh
già, le stelle sono le uniche a non farsi male. Neanche a San
Lorenzo, quando decidono di prendere il posto della pioggia, si fanno
male. Cadono ma non piangono, non fanno rumore. Rimangono per un po’
di tempo incollate al cielo e anche in questo caso lo fanno in
silenzio. Sono oggetto delle visioni più strane da parte degli uomini
che le associano ad animali, a parole d’amore, a sogni d’amore ma
loro nonostante venga alterata la loro natura rimangono là,
lasciandoci nella nostra convinzione. Magari da lassù ci deridono
pure per la nostra stupidaggine ma lo fanno con classe, in maniera
impercettibile. Loro di certo non si fanno problemi a sopportare il
peso di un bambino che immagina un giorno di toccarle e di cavalcarle
come se fossero dei cavalli. Non si infastidiscono neanche se qualcuno
fa una riproduzione non autorizzata disegnandole in maniera pessima e
colorandole in maniera ancora peggiore o quando qualcuno decide di
riprodurle in scala rendendole fosforescenti. Per non parlare di quei
giocattoli che si appendono sopra la culla dei neonati che incantano
il piccolino: in questo caso non si lamentano neanche del giramento di
“testa” a cui sono obbligate per far sorridere un senza-denti. E
poi il 10 Agosto sono la fonte dei nostri più grandi, più assurdi,
più insensati sogni. La nostra testa si gira a destra e a sinistra,
peggio di quando si assiste ad una partita di tennis, con la speranza
di beccare più stelle possibili e appesantire la caduta con le nostre
richieste. Cadono, eppure non si fanno male. Sul loro scivolo non
hanno nessuno che le controlla, nessuno che le avvisa di stare
attente; sono libere di scivolare a peso morto senza che nessuno pensi
ad uno svenimento improvviso. Non si fanno male e non mugugneranno
neanche alla lettura di questa descrizione scritta senza la loro
autorizzazione. Del resto anche io devo contribuire al loro
maltrattamento. Io cado, eppure non mi faccio male.